TITOLO: Il maledetto residuo nel cuore
AUTORE: Roberta De Tomi
GENERE: Narrativa
CASA EDITRICE: Amazon
TRAMA
AUTORE: Roberta De Tomi
GENERE: Narrativa
CASA EDITRICE: Amazon
TRAMA
Elena, Lubiana, Angela e Melissa sono quattro amiche, molto diverse tra loro, ma unite dal fatto di appartenere alla Generazione Y.
Una generazione cresciuta con il mito del “Sogno Americano” e afflitta dalla precarietà, come mostrano Elena, aspirante Marketing Manager, e Lubiana, ballerina in cerca di affermazione.
Una generazione piena di dubbi, presa nella morsa dell'incertezza esistenziale, come esemplificano Angela, la libertina, e Melissa, la futura sposa, entrambe accomunate da una certa stabilità lavorativa. Intorno a loro si muovono altri personaggi in bilico: Giovanni Brunelli, detto AtaruMoroboshi, giovane giornalista che aspira alla redazione; Simone, l’uomo con cui Elena ha una storia sofferta; Diamante, una poledancer che si esibisce indossando una mascherina; Luigi, uno scrittore fallito; Max, direttore artistico televisivo senza scrupoli che dovrà fare i conti con la propria coscienza; Sandy, dj specializzata in problemi di cuore, che dovrà affrontare “quei” problemi di cuore; Marco, il compagno di Sandy, alle prese con un segreto poco pulito; Lukas e Antonella, genitori di Lubiana preoccupati per le sorti della figlia.
A partire da Elena, le storie si intrecciano a ritmo di sogni che, ora si realizzano, ora si spezzano, tra battaglie, feste, passioni a passo di danza o le righe di un articolo di giornale.
Alla fine, tutti i personaggi sono in cerca di una cosa: dell’Amore, anche quando sembrano negarlo. Perché l’Amore, nelle sue mille incertezze e molteplici forme, sembra l'unica vera certezza.
Il romanzo è una nuova edizione della storia, rivisitata e corretta dal punto di vista linguistico e formale, mantenendo le dinamiche dell'intreccio e dei personaggi.
ESTRATTO
Il cielo si srotolava sulla città come un tappeto torrido. I vecchietti a passeggio, famiglie a caccia di vendite promozionali, iniziate anzitempo, una coppia di fidanzatini in uscita dalla yogurteria.
Auto ferme al semaforo, nordafricani seduti ai tavolini dei bar o all’esterno della macelleria-bazar aperta sulla laterale della via principale. Sulle panchine del viale alberato, badanti dell’esteuropeo in libera uscita se la raccontavano nella loro lingua, alternando parole a risate chiassose.
Melissa e Angela arrivarono dal parcheggio al bar in cui si erano date appuntamento con le amiche. La prima indossava un abitino a fiori che nascondeva la pancetta e un paio d’infradito bianche.
Angela non passava inosservata nei suoi jeans corti, canotta e sandali con allacciatura alla schiava che potevano donare soltanto a chi, come lei, aveva gambe asciutte e ben fatte. Si attardò accanto alla sua vettura, per una rapida telefonata.
Poi raggiunse la futura sposa, che l’aveva preceduta al tavolino dove Lubiana le stava aspettando, smanettando con il cellulare. Non appena le vide, ripose furtivamente l’oggetto nella borsa.
“Cos’è tutto questo mistero?”
Angela occupò la sedia posta accanto al marciapiede.
La ballerina alzò le spalle.
“Ho appena massaggiato a Elena.”
“E cosa dice, la disperata?”
“Che probabilmente stasera non uscirà. Dopo la tirata al locale, si è fatta pure il dritto in ufficio, e ha bisogno di recuperare.”
“Te credo! Ma è impazzita? Questa vuole fare harakiri a forza di lavoro?”
Ordinarono gli Spritz al cameriere e tornarono a commentare lo status dell’assente.
“Certo che si sta dando da fare, la nostra Elena” commentò Melissa, rivolgendosi a Lubiana “Come si dice? Work alcoholic?”
Lubiana non sapeva cosa dire, ma era visibilmente dispiaciuta per l’amica.
“Papà ha bisogno di lei, perché da mercoledì a domenica io non posso” disse, laconica.
Melissa cambiò discorso: “Devi fare un altro provino?”
“Sì. Come vi ho già detto, dal lunedì al venerdì sono ospite a casa di un’amica di Bologna con cui sto seguendo un corso intensivo di danza.”
“Ma i tuoi che dicono?”
Una generazione cresciuta con il mito del “Sogno Americano” e afflitta dalla precarietà, come mostrano Elena, aspirante Marketing Manager, e Lubiana, ballerina in cerca di affermazione.
Una generazione piena di dubbi, presa nella morsa dell'incertezza esistenziale, come esemplificano Angela, la libertina, e Melissa, la futura sposa, entrambe accomunate da una certa stabilità lavorativa. Intorno a loro si muovono altri personaggi in bilico: Giovanni Brunelli, detto AtaruMoroboshi, giovane giornalista che aspira alla redazione; Simone, l’uomo con cui Elena ha una storia sofferta; Diamante, una poledancer che si esibisce indossando una mascherina; Luigi, uno scrittore fallito; Max, direttore artistico televisivo senza scrupoli che dovrà fare i conti con la propria coscienza; Sandy, dj specializzata in problemi di cuore, che dovrà affrontare “quei” problemi di cuore; Marco, il compagno di Sandy, alle prese con un segreto poco pulito; Lukas e Antonella, genitori di Lubiana preoccupati per le sorti della figlia.
A partire da Elena, le storie si intrecciano a ritmo di sogni che, ora si realizzano, ora si spezzano, tra battaglie, feste, passioni a passo di danza o le righe di un articolo di giornale.
Alla fine, tutti i personaggi sono in cerca di una cosa: dell’Amore, anche quando sembrano negarlo. Perché l’Amore, nelle sue mille incertezze e molteplici forme, sembra l'unica vera certezza.
Il romanzo è una nuova edizione della storia, rivisitata e corretta dal punto di vista linguistico e formale, mantenendo le dinamiche dell'intreccio e dei personaggi.
ESTRATTO
Il cielo si srotolava sulla città come un tappeto torrido. I vecchietti a passeggio, famiglie a caccia di vendite promozionali, iniziate anzitempo, una coppia di fidanzatini in uscita dalla yogurteria.
Auto ferme al semaforo, nordafricani seduti ai tavolini dei bar o all’esterno della macelleria-bazar aperta sulla laterale della via principale. Sulle panchine del viale alberato, badanti dell’esteuropeo in libera uscita se la raccontavano nella loro lingua, alternando parole a risate chiassose.
Melissa e Angela arrivarono dal parcheggio al bar in cui si erano date appuntamento con le amiche. La prima indossava un abitino a fiori che nascondeva la pancetta e un paio d’infradito bianche.
Angela non passava inosservata nei suoi jeans corti, canotta e sandali con allacciatura alla schiava che potevano donare soltanto a chi, come lei, aveva gambe asciutte e ben fatte. Si attardò accanto alla sua vettura, per una rapida telefonata.
Poi raggiunse la futura sposa, che l’aveva preceduta al tavolino dove Lubiana le stava aspettando, smanettando con il cellulare. Non appena le vide, ripose furtivamente l’oggetto nella borsa.
“Cos’è tutto questo mistero?”
Angela occupò la sedia posta accanto al marciapiede.
La ballerina alzò le spalle.
“Ho appena massaggiato a Elena.”
“E cosa dice, la disperata?”
“Che probabilmente stasera non uscirà. Dopo la tirata al locale, si è fatta pure il dritto in ufficio, e ha bisogno di recuperare.”
“Te credo! Ma è impazzita? Questa vuole fare harakiri a forza di lavoro?”
Ordinarono gli Spritz al cameriere e tornarono a commentare lo status dell’assente.
“Certo che si sta dando da fare, la nostra Elena” commentò Melissa, rivolgendosi a Lubiana “Come si dice? Work alcoholic?”
Lubiana non sapeva cosa dire, ma era visibilmente dispiaciuta per l’amica.
“Papà ha bisogno di lei, perché da mercoledì a domenica io non posso” disse, laconica.
Melissa cambiò discorso: “Devi fare un altro provino?”
“Sì. Come vi ho già detto, dal lunedì al venerdì sono ospite a casa di un’amica di Bologna con cui sto seguendo un corso intensivo di danza.”
“Ma i tuoi che dicono?”
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L’AUTORE
"Ma... è un nome d'arte? De Tomi. I tomi... tu li scrivi."
"No, è il mio cognome."
Un segno del destino, al di là dell'origine laziale con l'aneddoto di un nobile decaduto emigrato in Veneto, regione di nascita del nonno paterno, poi approdato in Emilia. Tralascio sulle vicende di guerra e sul boom economico durante il quale i miei sono nati, e arrivo agli anni Ottanta. 1981. Fatti dell'anno: Diana Spencer sposa il principe Carlo d'Inghilterra. Muore Rino Gateano. Sequestro Dozier. L'attentato a Papa Wojtyla.
7 settembre: nasco io. Stesso giorno di Dario Argento, non chiedetemi perché faccio questa connessione.
Alle Elementari ero la prima della classe. Bella forza, erano le Elementari! Il Liceo è il banco di prova e in effetti non ero una delle migliori (sempre con questo senso della competizione che castra la creatività!) La rivincita, al DAMS. Volevo diventare un critico teatrale: di questa aspirazione è rimasto il senso critico, al punto da risultare una pignola che spacca i capelli in sei. Per il resto la strada è cambiata.
Dopo diversi anni di nuoto sincronizzato nel giornalismo e, dopo aver coordinato la redazione di una testata di settore, mi sono occupata della gestione di uffici stampa. Provate voi a dare indicazioni ai giornalisti che ti scambiano per una vigilessa urbana ma in abiti civili!
Poi sono stata nello staff di festival ed eventi nel ruolo di organizzatrice, ho ideato e organizzato Words! finalizzato a sostenere autori e autrici esordienti e/o legati/e a circuiti editoriali indipendenti, senza trascurare autori e autrici mainstream. Ho collaborato con diversi blog letterari, per cui ho realizzato recensioni e interviste. Ho lavorato anche in un Ufficio Cultura, ma l'amministrativo non fa per me. Nel 2019 inizio a insegnare scrittura creativa. Un amore a prima vista con i miei allievi. E con il resto.
CONTATTI
http://lapennasognante.blogspot.com/