TITOLO: Una settimana
AUTORE: Rosanna Fiorito
GENERE: Narrativa
CASA EDITRICE: Kazabo Italia
TRAMA
8 marzo 2014: si perde ogni
contatto con il volo 370 della Malaysia Airlines.
Le ricerche ininterrotte ed
estesissime dell’aereo su un'area di quasi 65.000 chilometri quadrati non
portano ad alcun risultato. La notizia riapre sotto i piedi di Camilla il
baratro di un dolore che aveva creduto sepolto: trent’anni prima, era
misteriosamente sparito anche l’aereo su cui viaggiava suo padre.
Nell’arco di una settimana,
seguendo le istruzioni della sua psicoterapeuta, Camilla esegue un’autopsia
lucida e commovente del dolore di una famiglia e del suo tentativo di ricucire
la vita dopo che è accaduto l’inimmaginabile, scrivendo per sé stessa il
racconto di quella tragedia. Un racconto che include il segreto terribile che
Camilla si è portata dietro per tutti questi anni, e di cui sono a conoscenza
solo altre due persone al mondo.
ESTRATTO
Un’altra ancora di salvezza per mio padre erano i viaggi. Fin da
giovane aveva viaggiato in lungo e in largo, come poteva, con qualsiasi mezzo.
A diciott’anni era andato in moto fino a Capo Nord, e per questa sua impresa
era persino finito sulle pagine del quotidiano genovese locale, Il Secolo XIX.
Aveva viaggiato per tutta l’Europa, era vissuto a Londra per un anno, facendo
il cameriere per mantenersi, aveva trascorso mesi nel deserto insieme ai
beduini. E ora che era intrappolato in quell’esistenza borghese, triplicava i
suoi sforzi per riuscire a ritagliare dal bilancio familiare almeno un viaggio
ogni anno.
Ogni settembre, dunque, per una ventina di giorni o a volte addirittura
per un mese, mio padre e mia madre partivano per il viaggio che mio padre aveva
organizzato e sognato fin dal suo ritorno dal viaggio precedente. Noi bambini
venivamo affidati alle cure amorevoli dei nostri nonni paterni, e trascorrevamo
una vacanza felicissima insieme a loro nella grande casa di campagna in
Piemonte piena di parenti piemontesi, in quella sorta di fattoria caotica e
allegra che sentivano ancora come la loro vera dimora. Poi, alla fine di
settembre, i miei genitori venivano a recuperarci, carichi di regali insoliti
provenienti dai luoghi esotici che avevano visitato, per riportarci in città.
Ci ritrovavano felici, entusiasti delle nostre avventure in quello sconfinato
(per noi) mondo della campagna ovadese, con il colorito sano della vita
all’aperto e con l’alito pestifero dovuto allo smisurato uso di aglio nella
cucina della nonna. Ritornavamo così a Genova ritemprati, pronti all’anno
scolastico (noi bambini) e alla ripresa di un altro micidiale anno di lavoro
frustrante per mio padre.
Quando fummo un po’ più grandicelli alcuni di questi viaggi inclusero
anche noi. Andavamo in giro per l’Europa, sempre puntando a Nord. Germania,
Danimarca, Inghilterra. Una volta andammo fino a Capo Nord, con una jeep di
quelle dell’esercito, di una scomodità mostruosa, ed una piccolissima roulotte
al traino. Fu una vera avventura: in Finlandia forammo una ruota su una di
quelle strade sterrate, in mezzo al nulla, e dovemmo restare ospiti per un paio
di giorni in casa del meccanico, in attesa di una ruota di ricambio. Ma le
avventure vere, in luoghi che avrebbero potuto essere più difficili per noi
bambini, mio padre le affrontava solo con mia madre, e noi restavamo con i
nonni.
DOVE TROVARLO (NEGOZI
PRINCIPALI)
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Giunti
L’AUTORE
È nata e cresciuta a Genova. Dopo essersi laureata con lode in Lettere
Classiche, si è trasferita
in California dove ha ottenuto un Master in Letterature Comparate
presso la University of
California di Santa Barbara. Da anni lavora come traduttrice
professionista dall’inglese all’italiano, ma la sua vera passione è da sempre
scrivere.
Quando non scrive, legge molto (e organizza un Book Club per gli
italiani che come lei vivono a San Diego), viaggia, si occupa dei suoi cavalli
e gioca a polo.