TITOLO: La strega della fonte
AUTORE: Sabrina Guaragno
GENERE: Fantasy
CASA
EDITRICE: Nativi digitali
TRAMA
"Vedo
le sue labbra incresparsi in un sorriso inquietante, e un brivido di freddo mi
scende lungo la schiena. Capisco che sta per correre da come tende la schiena e
le braccia davanti a sé, ed entrambe iniziamo la nostra reciproca corsa verso
la vittoria".
Alaisa,
una ragazza umile ma determinata, è pronta per partire per il viaggio più
importante della sua vita, con l'obiettivo di raggiungere la dimora della
famosa Strega della Fonte e diventare sua apprendista: il suo sogno fin da
bambina!
Quello che Alaisa non sa, è che la magia conferisce grandi poteri, e per padroneggiarla al meglio è prima necessario fare i conti con le proprie aspirazioni e le proprie paure.
Il mondo segreto delle Streghe offre molte opportunità, ma anche molti rischi e ombre... tra tutti i nuovi intriganti personaggi che conoscerà, riuscirà a capire di chi potrà fidarsi, e da chi dovrà difendere tutto ciò che le è più caro?
Con "La strega della fonte" Sabrina Guaragno ci porta in un nuovo universo Fantasy intricato e affascinante, in cui le atmosfere romantiche si mischiano ad altre cupe e inquietanti. E dove il potere della magia permette a maghi e streghe di realizzare i loro sogni, ma anche il manifestarsi di veri e propri incubi...
Quello che Alaisa non sa, è che la magia conferisce grandi poteri, e per padroneggiarla al meglio è prima necessario fare i conti con le proprie aspirazioni e le proprie paure.
Il mondo segreto delle Streghe offre molte opportunità, ma anche molti rischi e ombre... tra tutti i nuovi intriganti personaggi che conoscerà, riuscirà a capire di chi potrà fidarsi, e da chi dovrà difendere tutto ciò che le è più caro?
Con "La strega della fonte" Sabrina Guaragno ci porta in un nuovo universo Fantasy intricato e affascinante, in cui le atmosfere romantiche si mischiano ad altre cupe e inquietanti. E dove il potere della magia permette a maghi e streghe di realizzare i loro sogni, ma anche il manifestarsi di veri e propri incubi...
ESTRATTO
“Il giorno tanto atteso è finalmente
arrivato.
Mi sembra di aspettarlo da sempre, da
quando ero una bimbetta con le ginocchia sbucciate e tanti sogni infranti. Da
allora sono cambiate tante cose, sono cambiata tanto anch’io. Ma il mio
desiderio è rimasto immutato, come un obiettivo da raggiungere, un’ancora a cui
aggrapparsi.
Solo qualche giorno fa, ero a casa a
ricamare tovagliette da vendere al mercato con mia madre: ero una ragazza di
quasi diciassette anni che cercava di aiutare la famiglia ad andare avanti. E
oggi, invece, mi ritrovo qui, ad attendere il momento in cui incontrerò la
Strega della Fonte.
Quasi non riesco a crederci, mentre
cammino sull’erba troppo cresciuta del Prato. Per essere un posto quasi sacro
dove, ogni tre anni, dozzine di ragazzi e famiglie si appostano con ansia per
assistere alla “grande partenza”, non sembra avere nulla di speciale. Tranne,
forse, la natura molto più bella e lussureggiante rispetto a qualsiasi altro
bosco abbia mai visto.
«Eccoci arrivate» sussurro, sistemandomi
meglio la borsa sulla spalla e scostandomi un ciuffo di capelli castani dal
viso.
Mia madre sorride debolmente, mentre
Egea e Dacy ridacchiano. Nonostante ciò, nei loro occhi posso scorgere l’ombra
di preoccupazione che, ormai da un po’ di tempo, si annida nei loro pensieri di
bambine cresciute troppo in fretta.
È difficile prendere questa decisione,
scegliere di tentare la sorte per avviarsi in un viaggio con altri ragazzi
sconosciuti e agguerriti, per cercare la strana vecchietta: la Strega Maestra della
nostra regione che, ogni tre anni, prende con sé un nuovo, fortunatissimo
apprendista.
È difficile, ma non per me che ho
sognato fin da bambina di poter, un giorno, diventare una strega.
Il nostro villaggio, Erad, dista solo
qualche giorno di cammino da Farery, la cittadina dove ci troviamo adesso. È
stato faticoso arrivare fin qui a piedi, ma quando ho pregato mia madre e le
mie sorelline di rimanere a casa, non hanno voluto sentir ragione: mi avrebbero
accompagnato fino al punto dove il Prato si collega al Ponte, mi avrebbero dato
gli ultimi abbracci e baci, e sperato per me di non vedermi per tre anni, o
almeno di ritornare da loro senza nulla di rotto.
Il viaggio per raggiungere la cima del
monte Raif, in effetti, non sembra proprio essere una passeggiata.
È pomeriggio, il sole non è ancora sul
punto di tramontare, ma c’è già un piccolo drappello di persone in attesa.
Alcuni bambini giocano a rincorrersi, mentre gli adulti se ne stanno in piedi
in piccoli gruppi, parlottando fitto fitto. Solo tre o quattro persone, più
vicine al limitare del dirupo, sembrano avere l’espressione di chi versa nella
preoccupazione almeno quanto mia madre e le mie sorelle.
Il mio sguardo viene catturato
dall’immensità del luogo in cui mi trovo. Il bosco che circonda il camminamento
che ci ha portato dalla mia cittadina fino a Farery è bellissimo, abitato da
creature dai colori bizzarri, uccellini canterini che si posano su alberi
altissimi dalle foglie carnose e brillanti, fiori vividi e profumi inebrianti.
Ma il Prato è qualcosa di spettacolare.
Sembra che qualcuno l’abbia disegnato dal nulla, perché non ci si potrebbe
spiegare altrimenti l’enorme spazio a forma di semicerchio, sgombro da arbusti
e alberi, ma circondato da fusti dalle chiome floride. Termina su un dirupo,
con uno strapiombo improvviso, tanto che i fili di erba incolta penzolano sulla
roccia viva e sul vuoto.
Mi volto, guardo mia madre e le sorrido.
Poi abbandono la borsa piena di viveri vicino alla mia famiglia che si riposa.
Agguanto i lembi della lunga gonna, alzandoli appena mentre corro verso il
bordo del Prato.
Guardo giù e mi gira la testa. Il vuoto
si perde nel buio, spezzato solo dalla presenza di un' enorme cascata, che
sbuca dall’interno della roccia, dal versante opposto al mio, provocando uno scrosciare
roboante. Di fronte a me, oltre il baratro, si erge una montagna gigantesca.
Alzo gli occhi al cielo, il sole che me
li brucia un po’. Guardo le chiome degli alberi sulla cima del Raif, e penso
che lì, da qualche parte, c’è una fonte. Che lì c’è la mia Maestra. Che devo
trovarla.”
DOVE
TROVARLO (NEGOZI PRINCIPALI)
Nativi digitali edizioni
Amazon
L’AUTORE
Sabrina Guaragno nasce a Bari il 27
giugno del 1993, ma trascorre la sua infanzia e la sua adolescenza a Modugno.
Sabrina nutre anche una passione
viscerale per la mente umana: dopo il diploma come operatore turistico, ha
conseguito la laurea triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche e
quella magistrale in Psicologia Clinica presso l’Università Aldo Moro
di Bari.
Attualmente, sta svolgendo il tirocinio
post-laurea presso il Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia,
Comunicazione dell’Università Aldo Moro di Bari.
Da qualche anno gestisce il blog
letterario Non servono le ali per volare, e fa parte della redazione
di Leggendo a Bari, blog legato all’omonimo gruppo di lettura barese.
Inoltre, fa parte dello staff di Psychondesk, blog di psicologia, come
membro del Comitato Scientifico, autrice e correttrice di bozze.
CONTATTI
Sito
web: https://sabrinaguaragno.wixsite.com/lasagadialaisa
Blog:
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