giovedì 16 maggio 2019

Segnalazione: "La donna del ritratto" di Kate Morton



 
TITOLO: La donna del ritratto
AUTORE: Kate Morton
GENERE: Narrativa
CASA EDITRICE: Speling & Kupfer

TRAMA
Nell’estate del 1862, un gruppo di giovani artisti si riunisce a Birchwood Manor, una grande casa nella campagna dell’Oxfordshire, quasi protetta dentro un’ansa del Tamigi. A guidare il gruppo è Edward Radcliffe, il più appassionato e promettente di loro, un ragazzo di vent’anni, che non conosce limiti. A lui è venuta l’idea di immergersi nella natura per i successivi trenta giorni, lontano dai condizionamenti di Londra e dalla sua formalissima society, per dare libero sfogo alla creatività. E invece, alla fine di quel mese, la tragedia ha stravolto le loro esistenze: una donna è stata uccisa, un’altra è sparita nel nulla e un prezioso gioiello è scomparso.
Più di centocinquanta anni dopo, Elodie Winslow, una giovane archivista di Londra, scopre per caso una borsa di cuoio nella quale si trovano due oggetti che la colpiscono profondamente: la fotografia sbiadita di una bellissima giovane donna in abiti vittoriani e l’album da disegno di un artista. Nel quale spicca lo schizzo di una grande casa protetta dall’ansa di un fiume, che a Elodie pare stranamente famigliare. Quali segreti nasconde Birchwood Manor? Chi è la ragazza? Per scoprirlo, Elodie dovrà seguire una voce fuori dal tempo, dimenticata dalla storia eppure testimone di tutto: Birdie Bell, la donna del ritratto.

ESTRATTO
Ci eravamo trasferiti a Birchwood Manor perché, a detta di Edward, era infestata dagli spettri. Non era vero, non ancora, ma solo gli sciocchi permettono alla verità di guastare una bella storia, e Edward era tutt’altro che sciocco. La sua passione, la fede cieca nelle sue convinzioni, era uno dei motivi per cui mi ero innamorata di lui. Aveva il fervore di un predicatore: qualunque opinione esprimesse diventava una verità assoluta. Attirava le persone come una calamita, accendendo in loro entusiasmi che non sapevano nemmeno di possedere e facendo sbiadire tutto sullo sfondo, tranne lui e le sue certezze.
Ma Edward non era un predicatore.
Mi ricordo di lui. Ricordo ogni cosa.
L’atelier con il lucernario nel giardino londinese di sua madre, l’odore dei pigmenti appena mescolati, il fruscio del pennello sulla tela, il suo sguardo che mi accarezzava la pelle. Ero nervosa, quel giorno. Volevo fare buona impressione, apparire diversa da ciò che ero, mentre i suoi occhi scorrevano sul mio corpo e l’avvertimento della signora Mack mi risuonava nelle orecchie: «Tua madre era una vera signora, non dimenticarlo mai, e tu discendi da una famiglia altolocata. Gioca bene le tue carte e tutto andrà a buon fine».
Così raddrizzai le spalle, sedendo composta sulla poltroncina di palissandro nella stanza intonacata di bianco, dietro la siepe fiorita di cicerchia odorosa.
* * *
La sorella più piccola mi portò il tè e un dolce per merenda, e dal sentiero del giardino arrivò anche la madre di Edward, per guardarlo lavorare. Lo adorava. In lui vedeva realizzate tutte le speranze della famiglia. Membro illustre della Royal Academy, promesso sposo di una giovane facoltosa e futuro padre di una frotta di eredi dagli occhi scuri.
Decisamente, non un uomo per me.
Sua madre si è considerata responsabile di quanto è poi accaduto, ma non avrebbe potuto tenerci lontani, non più di quanto avrebbe potuto impedire al giorno di seguire la notte. Lui mi chiamava la sua musa, il suo destino. Diceva di averlo capito la prima volta in cui mi aveva vista, quando gli ero comparsa davanti nel bagliore incerto delle lampade a gas, nel foyer del teatro in Drury Lane.
Ero la sua musa, il suo destino. E lui era il mio.
È stato tanto tempo fa, è stato ieri.
Oh, ricordo bene l’amore.
Questo è il mio angolo preferito, a metà della scalinata principale.
È una casa strana, costruita apposta per disorientare. Scale che svoltano all’improvviso, tutte spigoli e gradini irregolari; finestre mai allineate, da qualunque prospettiva le si guardi; nicchie impensate sotto le assi del pavimento e dietro i pannelli dei muri.
In quest’angolo c’è un tepore quasi innaturale. Lo notammo tutti, al nostro primo arrivo, e nelle settimane d’estate ci ingegnammo a turno a indovinarne la causa.
Ho impiegato parecchio, ma alla fine ho scoperto la verità. Ormai conosco questo posto meglio di me stessa.
Per convincere gli altri, Edward non parlò della casa, ma della luce. Dagli abbaini del solaio, nelle giornate limpide, si vede oltre il Tamigi fino ai rilievi del Galles. Una distesa di malva e verde, bianche rupi di gesso che si ergono verso le nubi e l’aria calda che sfuma i contorni del paesaggio e li rende iridescenti.
Fu questa la sua proposta: un intero mese estivo dedicato alla pittura, alla poesia e ai picnic, ai racconti, alla scienza, all’invenzione. Un mese di luce donata dal cielo. Lontani da Londra e da ogni sguardo indiscreto. Ovvio che gli altri non avessero esitato. Edward avrebbe potuto convincere anche il diavolo a pregare.

DOVE TROVARLO (NEGOZI PRINCIPALI)
Mondadori
Feltrinelli
IBS
Kobo Store
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L’AUTORE
Kate Morton, australiana, si è laureata con una tesi sulla tragedia nella letteratura vittoriana e si è a lungo dedicata al tema del gotico nel romanzo contemporaneo. A ventinove anni ha scritto il primo romanzo, che ha ottenuto subito grande successo in tutto il mondo. I suoi libri – tutti ai vertici delle classifiche dei bestseller internazionali – sono pubblicati in 42 Paesi e hanno venduto dieci milioni di copie. L’autrice vive con la famiglia tra Londra e Brisbane.

CONTATTI
http://www.katemorton.com/