giovedì 11 aprile 2019

Segnalazione: "Caos Calmo" di Sandro Veronesi




TITOLO: Caos Calmo
AUTORE: Sandro Veronesi
GENERE: Narrativa
CASA EDITRICE: La nave di Teseo

TRAMA
“Mi chiamo Pietro Paladini, ho quarantatré anni e sono vedovo”. Si presenta così il protagonista di Caos calmo. Un uomo apparentemente realizzato, con un ottimo lavoro, una donna che lo ama, una figlia di dieci anni. Ma un giorno, mentre salva la vita a una sconosciuta, accade l’imprevedibile, e tutto cambia. Pietro si rifugia nella sua auto, parcheggiata davanti alla scuola della figlia, e per lui comincia l’epoca del risveglio. Osservando il mondo dal punto in cui s’è inchiodato, scopre a poco a poco il lato oscuro degli altri, di quei capi, di quei colleghi, di quei parenti e di tutti quegli sconosciuti che, ciascuno sotto il peso del proprio fardello, accorrono a lui e puntualmente soccombono davanti alla sua incomprensibile calma. Così la sua storia si fa immensa, e li contiene tutti, li guida, li ispira. La scrittura avvolgente di Veronesi, la sua danza ininterrotta tra intelletto e parola è la corda con cui Pietro trae a sé il secchio dal fondo del pozzo, piano piano, senza alternative, determinando le condizioni per un finale inaudito, eppure del tutto naturale, in cui si approda alla più semplice delle verità: l’accettazione della natura umana nella sua banale, eroica confusione di forza e debolezza.

ESTRATTO
Il tempo che segue è una specie di fulminea sequenza medianica, senza altra sensazione che quella di essere tutt’uno con mio fratello: le domande su cosa sia successo, il vecchio esanime sul bagnasciuga, l’uomo dai capelli biondi che cerca di rianimarlo, la disperazione di due bambini che gridano “Mamma!”, i volti smarriti delle persone che indicano il mare, le due testoline perse tra le onde, e nessuno che agisce. In quella stasi frenetica si staglia lo sguardo azzurro di Carlo, intenso, carico di una formidabile energia cinetica: quello sguardo dice che per qualche indiscutibile ragione tocca a noi andare a salvare quei due poveretti, e che in realtà è come se l’avessimo già fatto, sì, è come se fosse già tutto finito, e noi due fratelli fossimo già gli eroi di quella marmaglia di sconosciuti, perché siamo creature acquatiche straordinarie, noi, siamo tritoni, e per salvare vite umane possiamo domare le onde con la stessa naturalezza con cui le abbiamo domate per divertirci sulle tavole da surf, e lì attorno altra gente in grado di farlo non ce n’è.
Entriamo in acqua correndo, e ci trasciniamo fin dove frangono le prime onde. Lì ci imbattiamo in uno strano uomo, allampanato e rosso di capelli, intento a gettare goffamente verso il largo una cima cortissima, mentre le persone da salvare distano perlomeno trenta metri. Gli passiamo accanto di slancio, lui ci guarda con occhi che non dimenticherò mai – gli occhi di chi lascia morire la gente – e con voce vigliacca, degna di quegli occhi, tenta di dissuaderci: “Non andate”, sibila, “Rischiate di rimanerci anche voi”. “Ma vaffanculo”, è la risposta di Carlo un attimo prima di tuffarsi sotto un’onda e cominciare a nuotare. Io faccio altrettanto, e, nuotando, vedo in controluce le ombre nere dei muggini filare orizzontalmente lungo il muro verde che si forma ogni volta che un’onda si alza per poi schiantarsi sopra di me: quei pesci fanno il surf, si divertono, come noi pochi minuti fa.
Viste dalla riva le due teste parevano vicine tra loro, ma in realtà sono abbastanza distanti, tanto che a un certo punto io e Carlo dobbiamo separarci: gli faccio cenno di piegare verso quella di destra, mentre io mi butterò su quella di sinistra. Di nuovo mi guarda, sorridendo, poi annuisce, e di nuovo mi sento invincibile; entrambi ripartiamo con forza.
Quando sono abbastanza vicino mi accorgo che si tratta di una donna. Ripenso ai due bambini disperati sulla riva: “Mamma!”. La testa sparisce sott’acqua e ricompare secondo un’imperscrutabile combinazione di forze cui la donna pare ormai del tutto estranea. Le grido di tenere duro e rinforzo le bracciate, mentre una corrente molto forte cerca di trascinarmi da un’altra parte. Quella donna è finita nel bel mezzo di un vortice. Arrivato a un paio di metri da lei comincio a distinguere i suoi lineamenti forti, il naso un po’ schiacciato, alla Julie Christie, ma soprattutto il velo di puro terrore che le è calato sugli occhi: è allo stremo, non riesce neanche a gridare, riesce soltanto a singhiozzare. Le ultime bracciate le faccio a rana, e la raggiungo. Dalle profondità del suo corpo proviene una specie di sinistro gorgoglio, come di lavandino intasato.

DOVE TROVARLO (NEGOZI PRINCIPALI)
Mondadori
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L’AUTORE
Scrittore italiano, fratello del regista Giovanni Veronesi. Ha compiuto i suoi studi nel campo dell'architettura, optando definitivamente per la scrittura a 29 anni. Risale infatti al 1988 il suo primo libro Per dove parte questo treno allegro. Con Gli sfiorati Veronesi inizia a rivelarsi come uno scrittore fantasioso e raffinato. Nel 1992 esce Cronache italiane, raccolta di articoli apparsi per la maggior parte sul supplemento domenicale de il Manifesto negli anni tra il 1988 e il 1991.
Dopo lo studio sulla pena di morte nel mondo (Occhio per occhio), Veronesi scrive Venite, venite B 52 (vincitore del Premio Fiesole nel 1996), con cui si allontana fatalmente dalla narrativa della tradizione italiana, avvicinandosi a certi autori americani della cultura psichedelica, come Thomas Pynchon o Tom Robbins e ponendosi come figura atipica della nostra narrativa. La forza del passato (2000) vince il premio Viareggio e premio Campiello (da cui è poi tratto l'omonimo film di Piergiorgio Gay) e Caos calmo (2005) il premio Strega, poi film nel 2007 diretto da Antonello Grimaldi ed interpretato da Nanni Moretti. Il film è stato in gara al Festival di Berlino 2008. Del 2010 il romanzo XY edito da Fandango, vincitore del Premio Flaiano 2011 e del Premio Superflaiano 2011.
Nel 2011 sempre per Fandango Libri è uscita la raccolta di racconti Baci Scagliati Altrove.
Nel 2012 Fandango ripubblica Gli sfiorati, "Un omaggio a Roma" come lo stesso autore definisce il romanzo da cui è tratto il film omonimo di Matteo Rovere. L'anno successivo esce per Bompiani Viaggi e viaggetti. Finché il tuo cuore non è contento. Del 2014 il romanzo Terre rare (Bompiani), vincitore del Premio Bagutta 2015, in cui ritorna Pietro Paladini, già protagonista di Caos Calmo; del 2015 Non dirlo. Il vangelo di Marco (Bompiani); del 2016 Un Dio ti guarda (La Nave di Teseo).
Ha collaborato con numerosi quotidiani e quasi tutte le riviste letterarie. Attualmente collabora con il “Corriere della Sera” e con “La Gazzetta dello Sport”. Ha cinque figli e vive tra Prato e Roma.
(Fonte: http://www.wuz.it/biografia/246/Veronesi-Sandro.html)

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https://twitter.com/sandroveronesi