TITOLO: Caos Calmo
AUTORE: Sandro Veronesi
GENERE: Narrativa
CASA
EDITRICE: La nave di Teseo
TRAMA
“Mi
chiamo Pietro Paladini, ho quarantatré anni e sono vedovo”. Si presenta così il
protagonista di Caos calmo. Un uomo apparentemente realizzato, con un ottimo
lavoro, una donna che lo ama, una figlia di dieci anni. Ma un giorno, mentre
salva la vita a una sconosciuta, accade l’imprevedibile, e tutto cambia. Pietro
si rifugia nella sua auto, parcheggiata davanti alla scuola della figlia, e per
lui comincia l’epoca del risveglio. Osservando il mondo dal punto in cui s’è
inchiodato, scopre a poco a poco il lato oscuro degli altri, di quei capi, di
quei colleghi, di quei parenti e di tutti quegli sconosciuti che, ciascuno
sotto il peso del proprio fardello, accorrono a lui e puntualmente soccombono
davanti alla sua incomprensibile calma. Così la sua storia si fa immensa, e li
contiene tutti, li guida, li ispira. La scrittura avvolgente di Veronesi, la
sua danza ininterrotta tra intelletto e parola è la corda con cui Pietro trae a
sé il secchio dal fondo del pozzo, piano piano, senza alternative, determinando
le condizioni per un finale inaudito, eppure del tutto naturale, in cui si
approda alla più semplice delle verità: l’accettazione della natura umana nella
sua banale, eroica confusione di forza e debolezza.
ESTRATTO
Il tempo che segue è una specie di
fulminea sequenza medianica, senza altra sensazione che quella di essere tutt’uno
con mio fratello: le domande su cosa sia successo, il vecchio esanime sul
bagnasciuga, l’uomo dai capelli biondi che cerca di rianimarlo, la disperazione
di due bambini che gridano “Mamma!”, i volti smarriti delle persone che
indicano il mare, le due testoline perse tra le onde, e nessuno che agisce. In
quella stasi frenetica si staglia lo sguardo azzurro di Carlo, intenso, carico
di una formidabile energia cinetica: quello sguardo dice che per qualche
indiscutibile ragione tocca a noi andare a salvare quei due poveretti, e che in
realtà è come se l’avessimo già fatto, sì, è come se fosse già tutto finito, e
noi due fratelli fossimo già gli eroi di quella marmaglia di sconosciuti,
perché siamo creature acquatiche straordinarie, noi, siamo tritoni, e per
salvare vite umane possiamo domare le onde con la stessa naturalezza con cui le
abbiamo domate per divertirci sulle tavole da surf, e lì attorno altra gente in
grado di farlo non ce n’è.
Entriamo in acqua correndo, e ci
trasciniamo fin dove frangono le prime onde. Lì ci imbattiamo in uno strano
uomo, allampanato e rosso di capelli, intento a gettare goffamente verso il
largo una cima cortissima, mentre le persone da salvare distano perlomeno
trenta metri. Gli passiamo accanto di slancio, lui ci guarda con occhi che non
dimenticherò mai – gli occhi di chi lascia morire la gente – e con voce
vigliacca, degna di quegli occhi, tenta di dissuaderci: “Non andate”, sibila,
“Rischiate di rimanerci anche voi”. “Ma vaffanculo”, è la risposta di Carlo un
attimo prima di tuffarsi sotto un’onda e cominciare a nuotare. Io faccio
altrettanto, e, nuotando, vedo in controluce le ombre nere dei muggini filare
orizzontalmente lungo il muro verde che si forma ogni volta che un’onda si alza
per poi schiantarsi sopra di me: quei pesci fanno il surf, si divertono, come
noi pochi minuti fa.
Viste dalla riva le due teste parevano
vicine tra loro, ma in realtà sono abbastanza distanti, tanto che a un certo
punto io e Carlo dobbiamo separarci: gli faccio cenno di piegare verso quella
di destra, mentre io mi butterò su quella di sinistra. Di nuovo mi guarda,
sorridendo, poi annuisce, e di nuovo mi sento invincibile; entrambi ripartiamo
con forza.
Quando sono abbastanza vicino mi accorgo
che si tratta di una donna. Ripenso ai due bambini disperati sulla riva:
“Mamma!”. La testa sparisce sott’acqua e ricompare secondo un’imperscrutabile
combinazione di forze cui la donna pare ormai del tutto estranea. Le grido di
tenere duro e rinforzo le bracciate, mentre una corrente molto forte cerca di
trascinarmi da un’altra parte. Quella donna è finita nel bel mezzo di un
vortice. Arrivato a un paio di metri da lei comincio a distinguere i suoi
lineamenti forti, il naso un po’ schiacciato, alla Julie Christie, ma
soprattutto il velo di puro terrore che le è calato sugli occhi: è allo stremo,
non riesce neanche a gridare, riesce soltanto a singhiozzare. Le ultime
bracciate le faccio a rana, e la raggiungo. Dalle profondità del suo corpo
proviene una specie di sinistro gorgoglio, come di lavandino intasato.
DOVE
TROVARLO (NEGOZI PRINCIPALI)
Mondadori
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L’AUTORE
Scrittore italiano, fratello del regista
Giovanni Veronesi. Ha compiuto i suoi studi nel campo dell'architettura,
optando definitivamente per la scrittura a 29 anni. Risale infatti al 1988 il
suo primo libro Per dove parte questo treno allegro. Con Gli sfiorati Veronesi
inizia a rivelarsi come uno scrittore fantasioso e raffinato. Nel 1992 esce Cronache
italiane, raccolta di articoli apparsi per la maggior parte sul supplemento
domenicale de il Manifesto negli anni tra il 1988 e il 1991.
Dopo lo studio sulla pena di morte nel mondo (Occhio per occhio), Veronesi scrive Venite, venite B 52 (vincitore del Premio Fiesole nel 1996), con cui si allontana fatalmente dalla narrativa della tradizione italiana, avvicinandosi a certi autori americani della cultura psichedelica, come Thomas Pynchon o Tom Robbins e ponendosi come figura atipica della nostra narrativa. La forza del passato (2000) vince il premio Viareggio e premio Campiello (da cui è poi tratto l'omonimo film di Piergiorgio Gay) e Caos calmo (2005) il premio Strega, poi film nel 2007 diretto da Antonello Grimaldi ed interpretato da Nanni Moretti. Il film è stato in gara al Festival di Berlino 2008. Del 2010 il romanzo XY edito da Fandango, vincitore del Premio Flaiano 2011 e del Premio Superflaiano 2011.
Nel 2011 sempre per Fandango Libri è uscita la raccolta di racconti Baci Scagliati Altrove.
Nel 2012 Fandango ripubblica Gli sfiorati, "Un omaggio a Roma" come lo stesso autore definisce il romanzo da cui è tratto il film omonimo di Matteo Rovere. L'anno successivo esce per Bompiani Viaggi e viaggetti. Finché il tuo cuore non è contento. Del 2014 il romanzo Terre rare (Bompiani), vincitore del Premio Bagutta 2015, in cui ritorna Pietro Paladini, già protagonista di Caos Calmo; del 2015 Non dirlo. Il vangelo di Marco (Bompiani); del 2016 Un Dio ti guarda (La Nave di Teseo).
Ha collaborato con numerosi quotidiani e quasi tutte le riviste letterarie. Attualmente collabora con il “Corriere della Sera” e con “La Gazzetta dello Sport”. Ha cinque figli e vive tra Prato e Roma.
Dopo lo studio sulla pena di morte nel mondo (Occhio per occhio), Veronesi scrive Venite, venite B 52 (vincitore del Premio Fiesole nel 1996), con cui si allontana fatalmente dalla narrativa della tradizione italiana, avvicinandosi a certi autori americani della cultura psichedelica, come Thomas Pynchon o Tom Robbins e ponendosi come figura atipica della nostra narrativa. La forza del passato (2000) vince il premio Viareggio e premio Campiello (da cui è poi tratto l'omonimo film di Piergiorgio Gay) e Caos calmo (2005) il premio Strega, poi film nel 2007 diretto da Antonello Grimaldi ed interpretato da Nanni Moretti. Il film è stato in gara al Festival di Berlino 2008. Del 2010 il romanzo XY edito da Fandango, vincitore del Premio Flaiano 2011 e del Premio Superflaiano 2011.
Nel 2011 sempre per Fandango Libri è uscita la raccolta di racconti Baci Scagliati Altrove.
Nel 2012 Fandango ripubblica Gli sfiorati, "Un omaggio a Roma" come lo stesso autore definisce il romanzo da cui è tratto il film omonimo di Matteo Rovere. L'anno successivo esce per Bompiani Viaggi e viaggetti. Finché il tuo cuore non è contento. Del 2014 il romanzo Terre rare (Bompiani), vincitore del Premio Bagutta 2015, in cui ritorna Pietro Paladini, già protagonista di Caos Calmo; del 2015 Non dirlo. Il vangelo di Marco (Bompiani); del 2016 Un Dio ti guarda (La Nave di Teseo).
Ha collaborato con numerosi quotidiani e quasi tutte le riviste letterarie. Attualmente collabora con il “Corriere della Sera” e con “La Gazzetta dello Sport”. Ha cinque figli e vive tra Prato e Roma.
(Fonte:
http://www.wuz.it/biografia/246/Veronesi-Sandro.html)
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https://twitter.com/sandroveronesi